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Era il 2003 quando Vittoria Monami, della Contrada di San Donato, partecipò al concorso “A tavola con il Nobile”.
La passione era così tanta, e il piatto così speciale, che vinse: i suoi pici al sugo di coniglio entrarono così nella storia dei piatti più gustosi da associare al grande Vino Nobile di Montepulciano. Il ragù di coniglio è saporito e leggero, i pici sono corposi e tengono bene il sugo, mentre il Nobile regala sempre il suo tocco gentile che corona il piatto.

Ecco la ricetta: pronti a immergervi nei sapori della Valdichiana e… buon appetito!

Ingredienti per 6 persone

Pici
• 1 kg di farina 00
• Una presa di sale
• 1 bicchiere d’acqua
• 2 cucchiai di olio

Sugo
• 1/2 coniglio
• 3 etti di macinato di manzo
• 1 cipolla
• 1 sedano
• Una presa di finocchi
• Aglio
• 1/2 kg di pomodori maturi
• Olio
• Sale e pepe q.b

Come prepararli
• Preparate una fontana con la farina e versatevi all’interno l’acqua, l’olio e il sale
• Impastate velocemente fino ad ottenere una palla liscia e morbida, fate riposare l’impasto per circa mezz’ora
• Stendete la palla fino ad ottenere una sfoglia di circa 1 cm di spessore, tagliate e “appiciate” a mano
• Mettete in un tegame olio, sale e pepe e il trito di sedano, cipolla e aglio, aggiungete una presa di finocchio, il coniglio a piccoli pezzi e il macinato di manzo
• Fate rosolare il tutto a fuoco vivo, aggiungete un bicchiere di vino rosso e una volta evaporato aggiungete i pomodori, dopo averli tagliati a pezzettini
• Lasciate cuocere per circa 1 ora e mezzo.

Federico Carletti è proprietario di Poliziano: 170 ettari di vigna nella crinale che va da Valiano a Montefollonico. La fondò il padre nel 1961, lui se ne occupa dal 1980. “Da 20 ettari di terra in origine, oggi siamo a 300”. Laureato in agraria, propone vino di qualità e auspica a un ricambio generazionale importante, pensa che ora sia il momento giusto. Sono 80 i suoi dipendenti, tutti residenti nel territorio. Crede nella qualità e tipicità del suo prodotto, che è unico semplicemente perché viene da queste terre. Il suo Nobile di Montepulciano Poliziano è tradizionale, innovativo ed elegante. I suoi vini si chiamano come le opere del poeta Angelo Ambrogini, tra cui “Le stanze” e “Le elegiae”. 5 anni fa ha comprato la Casa del Poliziano a Montepulciano, dove ha creato un bellissimo negozio che la gente si ferma a fotografare. Per lui il Nobile è un vino di lusso che viene venduto a un prezzo consono; elegante, raffinato, corposo e longevo. “Il vino Nobile non è un alimento ma è un’occasione per stare insieme e viene da un paese affascinante con palazzi rinascimentali invidiati da tutto il mondo, da una collina che trasuda cultura”.

Marco Anselmi inizia a produrre vino nel 2007, dopo che il nonno è venuto a mancare. Ama produrre vino ed esce in commercio più tardi rispetto ad altri, con un affinamento più lungo. Lavorare nel vino è motivo di vita, oltre alla passione per la moto. Sogna di affermare la sua azienda in futuro e ringrazia i genitori e collaboratori, che per lui non sono operai ma familiari: Irene e Roberto, il suo braccio destro e sinistro. Il suo Vino Nobile Montepulciano “Messaggero” di Montemercurio è profumato, intenso, profondo. Mantiene il massimo rispetto della tradizione del territorio premiando la qualità che gli dona il terreno. Il nome dell’azienda lo ha inventato sua mamma, ispirata dai cenni storici di Montepulciano: “Nel 300 dc il popolo costruì una fortezza dedicata a dio Mercurio. Da lì il nostro vino, chiamato Messaggero perché, proprio come Mercurio fu messaggero degli dei, consegna un messaggio di autenticità toscana proveniente dai nostri terreni… direttamente al bicchiere dei nostri clienti.”

La famiglia Gattavecchi produce vino Nobile da almeno 100 anni ed è una delle 7 sorelle fondatrici del consorzio, nel 1965. L’etichetta storica del Vino Nobile di Montepulciano Gattavecchi, col suo simbolo della Piazza, è una delle più antiche. Tra i primi ad andare a esplorare il mercato cinese, Luca gattavecchi ha portato Montepulciano a Guangzhou, lavorando sull’asse culturale-artistico, che ha favorito lo sviluppo del mercato del Nobile in Cina. “In un’attività legata alla tradizione bisogna essere dinamici e attivi, con un occhio all’innovazione, per raggiungere e farsi raggiungere dalle persone”. Il vino è di per sé cultura e lavorare come produttore per lui significa tutto. Ogni mese viaggia col suo Nobile in un continente diverso. Il suo Nobile è originale: non segue la moda ma rispetta il suo essere; è piacevole, equilibrato e rispettoso della tradizione. Un Nobile che racchiude la virtù, insomma. “Sarai nobile se sarai virtuoso”, come disse D’Azeglio al figlio.

Quando il Nobile entra in cucina, regala sempre tante soddisfazioni: i piatti non possono fare altro che dargli spazio, sia come ingrediente prezioso all’interno delle ricette, sia come accompagnamento per le portate più succulente.
Il Nobile è arruolato apposta per esaltare i sapori, e così la buona cucina della Valdichiana si trasforma in una fantasia di abbinamenti tra i prodotti della terra e il famoso nettare degli dèi. Insieme, vanno a braccetto da sempre, si divertono come matti e sono famosi in tutto il mondo.

Consapevoli di questo connubio tra buona cucina toscana e vino Nobile di Montepulciano, abbiamo deciso di regalare alle ricette tipiche del territorio un ottimo palco dove poter essere protagoniste.
Nel 2003, insieme all’inviato del Tg2 Bruno Gambacorta, abbiamo ideato A Tavola con il Nobile, uno speciale concorso enogastronomico dedicato a esaltare i prodotti locali attraverso il prestigio di un’eccellenza senza tempo: il nostro Nobile di Montepulciano.

Protagoniste della manifestazione sono le otto contrade del Bravìo delle Botti, storica manifestazione di Montepulciano. Sono proprio loro a cimentarsi ai fornelli e a proporre pietanze della tradizione locale, spesso reinterpretate, che si abbinino bene al Vino Nobile di Montepulciano. L’evento si svolge ogni anno il penultimo fine settimana di agosto, quello che precede il Bravìo, proprio nelle sedi delle contrade, e una giuria composta da giornalisti di tutto il mondo giudica i piatti, decretando il vincitore della manifestazione. Tanto sapore, tante emozioni e tanto divertimento!
Volete sapere chi ha vinto le edizioni passate? Ecco qua.

2003 Contrada di San Donato
2004 Contrada di Collazzi
2005 Contrada di Collazzi
2006 Contrada di Gracciano
2007 Contrada di Voltaia
2008 Contrada di Cagnano
2009 Contrada di San Donato
2010 Contrada di Voltaia
2011 Contrada del Poggiolo
2012 Contrade di Collazzi e Coste
2013 Contrada di Talosa
2014 Contrada di Talosa
2015 Contrada di Talosa
2016 Contrada di Collazzi
2017 Contrada di Voltaia

Ma quali sono i piatti vincitori? Lo scoprirete: nei prossimi post vi sveleremo le ricette. Restate col Nobile.

Un vigneto intervallato a oliveto, 4,5 ettari di vigna, un’isola biologica felice. Loro sono Andrea Rossi e Elisa Chiodini, artigiani del vino che portano avanti il lavoro di nonno Ermete, al quale hanno dedicato il loro primo vino. La cantina ha 60 anni e in molti dicono che assaggiando i loro vini si torni letteralmente indietro nel tempo. Ed è proprio quello che volevano.
Bevitori da una vita, sono cresciuti a vino e fiorentina ed hanno seguito la strada della campagna. Produrre vino, è la loro vita.
“Il vino rispecchia il carattere dei vignaioli”, dicono. Il loro è “un toscano alla Francesco Nuti”: ruvido, semplice e schietto; dalla mineralità spinta, che ricorda il terreno da dove viene e chi lo produce.
Lo stemma della cantina? due boxer faccia a faccia.” Da piccolo il mio cane mi salvò la vita e da allora la sua immagine è a protezione dell’azienda” .
Il Podere della Bruciata è un insieme di storie e persone, ma soprattutto un pensiero sul vino. “Il fatto che l’azienda rimanga a misura d’uomo”, dicono loro, “per noi è un punto di forza”.

Il Conte Borghini Baldovinetti De’ Bacci Venuti è uno dei più grossi produttori della Toscana. L’azienda di San Fabiano è sempre stata della famiglia Bacci, potente famiglia arrivata ad Arezzo nel 980, committenti degli affreschi Piero della Francesca nella cappella privata Bacci nella chiesa di San Francesco. Della sua azienda, intestata al figlio Averardo, che si divide tra Hong Kong e la vigna, se ne occupa in prima persona dal 2001. Poggio Uliveto è la chicca della proprietà: 250 ettari di cui 30 dedicati alla produzione di 2500 quintali di vino Nobile, che negli anni ha vinto 2 medaglie d’argento e 3 di bronzo a Londra, Hong Kong e in America, oltre che aver preso 5 stelle a Vinitaly nel 2013. Il suo Nobile è un vino elegante, sapido, morbido e duraturo nel tempo. “Un vino che piace anche alle signore”, dice il Conte. Un motivo per scegliere il Nobile? “Semplicemente perché è uno dei vini più eleganti in Toscana.”

“Siamo nel favoloso anfiteatro di Montepulciano”. Così Francesco Ceccarelli, responsabile Trade Marketing per le Tenute del Cerro. È lui che traduce le informazioni del mercato in scelte di marketing per la produzione. 20 anni d’esperienza nel mondo del vino, auspica a un futuro nel quale le aziende vinicole facciano sistema. Fattoria del Cerro esiste da 50 anni e porta avanti con orgoglio una tradizione millenaria: “In vigna creiamo il cru Antica Chiusina. Qui, già gli etruschi mandavano il vino ai romani per via fluviale”. I 60 dipendenti della tenuta lavorano in armonia totale con la terra. Tra questi, spicca Franco Fierli, che è qui da 30 anni; ha piantato lui tutte le vigne della tenuta, le ha viste crescere, le ha seguite con amore. ll Nobile di Montepulciano “Fattoria del Cerro” è un vino elegante e potente, ma comunque tipico, e racchiude la filosofia della cantina: qualità ed emozione. “Dentro un chicco d’uva c’è la vita stessa, e dentro un bicchiere di vino ci sono i ricordi dei momenti più belli”.

Tagliato il traguardo dei 50 anni, Omar, “il Guerriero” degli ex Timorìa, si racconta in un’intensa autobiografia, uscita da pochi mesi e opera di Federico Scarioni. La vita artistica e personale dello zio rock, come lo chiamano i fan, si intrecciano tra accelerazioni e rallentamenti forzati, tra eccessi e ritorni, tra amici, concerti e mille orizzonti esplorati; una storia, la sua, che lo riconferma un’eccellenza nel panorama musicale italiano.
Il libro si intitola “Cane sciolto” e accompagna il suo ultimo album “Come se non ci fosse un domani”, un inno all’urgenza di inseguire le proprie passioni. La sua vita l’ha vissuta proprio facendo questo, lui, grande musicista attratto dal mondo dell’arte e super esperto di vino. Dai Timoria alla carriera solista, dalla TV alla radio, dall’incontro con l’enologo e scrittore Luigi Veronelli, fino al podere senese dove coltiva viti e dove sogna di potersi ritirare, teniamo il suo libro sulle ginocchia e ci immergiamo nelle sue avventure. Ci tornano in mente le parole con cui ci ha raccontato il suo amore per il vino, per la Toscana e per il nostro Vino Nobile di Montepulciano, in cui un po’ – dice – si riconosce, così “forte, spigoloso, difficile da domare… insomma una rockstar”. Parole che restano impresse, proprio come le sue canzoni, e che ce lo fanno amare ieri e oggi, come se non ci fosse un domani.

Come nasce la tua passione per il vino?
Sono cresciuto tra i vigneti della Franciacorta, quindi probabilmente era dentro di me da subito, eppure diciamo che la scintilla d’amore è scattata all’età di 24 anni, prima mi dava persino fastidio l’odore. Mi sono appassionato leggendo una poesia di Giacomo Bologna e ho capito l’incredibile mondo che c’era dietro. Da quel momento sono diventato un vero e proprio “wine lover” tanto che tappa per tappa dei concerti mi piaceva andare a scoprire i vini di quel territorio.

Poi l’incontro con il padre del vino, Luigi Veronelli
Ci siamo conosciuti a MTV durante la registrazione di un programma. Da subito è nato un rapporto speciale al punto che a un certo punto lo stesso Veronelli ha detto che mi considerava il figlio maschio che non aveva avuto… Mi ha dato tanto Veronelli. Prima di lui, il vino era bianco o rosso, poi ha cominciato a parlarne, al pubblico, ma anche agli stessi produttori, cambiando in Italia il modo di approcciarsi a questo prodotto e lo ha fatto in tempi non sospetti, questo è per lui un grande valore.

Il tuo amore per la Toscana?
Da qualche anno sono proprietario di una piccola tenuta a Cetona, non lontano da Montepulciano. Qui abbiamo un piccolo vigneto e un oliveto e produciamo olio e vino per uso familiare e per gli amici che mi vengono a trovare. Mi sono appassionato della Toscana da subito, mi piace il modo “lento” di vivere in campagna, in queste campagne in particolare dove il valore della terra si percepisce più che altrove e le tradizioni enogastronomiche sono radicate nelle persone, prima che negli interessi.

A Montepulciano sei stato più volte “padrino” e giurato di A Tavola con il Nobile.
Vero e spero che mi richiamino a farlo dal Consorzio! Scherzi a parte, non passa volta che non vengo in Toscana in cui faccio un salto a Montepulciano. Qui è bello tutto, a partire dai palazzi e dal paesaggio, così come dal cibo e naturalmente il Vino Nobile di Montepulciano, vera espressione del Sangiovese, questo vitigno in cui un po’ mi riconosco, forte, spigoloso, difficile da domare, insomma una rockstar.

Il Vino Nobile è un vino da invecchiamento, secondo te le canzoni sono come il vino?
Io scrivo molte canzoni che poi lascio lì a “decantare” e quando le riascolto dopo un po’ ne capisco meglio il valore. Un po’ come il vino sì. Del resto il musicista è un po’ come il vignaiolo e io che suono la chitarra ho le mani come un vignaiolo. Si deve curare il testo, così come una vite, poi lasciar fare il proprio corso naturale.

Cibo e vino?
Fondamentale abbinamento. Un vino buono si esalta con un cibo buono e viceversa, me lo ha insegnato Gino Veronelli. In Toscana non si scherza, adoro i pici all’aglione e naturalmente quando passo da Cetona una bistecca di Chianina Igp dal macellaio di fiducia non me la toglie nessuno.

La leggenda narra che i romani, proprio lì, costruirono un tempio maestoso in onore di Giano, il dio degli inizi che con i suoi due volti poteva guardare sia il passato che il futuro. Forse il lungimirante dio rivelò già allora il futuro che avrebbe atteso il monumento, destinato ad attraversare millenni e a sigillare la potenza del territorio, per cui non si discusse. Da allora fu riutilizzato e ricostruito in epoche diverse, ma non ha mai smesso di essere un luogo simbolo di Montepulciano. È stata la storia a confermare la Fortezza medicea come guardiana dell’intreccio tra passato e futuro, e continua a farlo anche nel presente.

Oggi la Fortezza è il centro culturale di riferimento per la città, nonché nostra sede, la sede del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. Ci siamo impegnati molto per il suo restauro e siamo fieri di percorrere i suoi corridoi ogni giorno. Al piano terra dell’ala ovest ci sono i nostri uffici e la sala detta “del Camino”, all’interno della quale si svolgono alcuni degli incontri che organizziamo periodicamente. Dal 1965, tuteliamo e promuoviamo l’immagine del Vino Nobile di Montepulciano in Italia e nel mondo, e non possiamo che essere contenti di operare da un luogo come questo, dalle cui finestre trapelano i tramonti panoramici della Valdichiana e della Valdorcia.

Attualmente i viticoltori soci del Consorzio sono 230 e gli imbottigliatori soci sono 76: tra le nostre attività principali, oltre all’organizzazione di iniziative sul territorio (tra cui l’Anteprima del Vino Nobile che si svolge ogni anno a febbraio) e la partecipazione ad eventi e fiere, c’è l’assistenza tecnica che offriamo loro per gli aspetti burocratici e progettuali, oltre che l’organizzazione di incontri formativi.

Da qualche anno collaboriamo con alcune personalità di livello internazionale, riconoscendole come ambasciatori della ricchezza del Vino Nobile e del suo territorio.
Tra questi spicca Enrique Mazzola, direttore artistico del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano dal 1999 fino al 2003, il primo ad essere investito del titolo di “Ambasciatore del Vino Nobile” nel mondo. Ormai conosciuto dal pubblico e dalla critica internazionale come uno dei più raffinati interpreti della sua generazione, è musicista molto attivo sia in ambito sinfonico che operistico, invitato dalle principali orchestre e teatri europei.

Giano lo promise agli albori dei tempi e la nostra generazione lo conferma nel 2018: solo eccellenza senza tempo per la nostra Montepulciano. Solo eccellenze senza tempo per il nostro Nobile.